Cesare Pagano, inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia, al pari del giovanissimo Marco Di Lauro, è considerato dagli inquirenti l’alter-ego di Raffaele Amato, a Napoli. Di “Cesarino” e del suo ruolo all’interno del clan, parla Giuseppe Misso jr nel corso di un interrogatorio: «Durante la faida sia il clan Di Lauro che il clan degli scissionisti inviò emissari per chiedere un appoggio, anche militare, da parte del clan Misso. Anche perché in quel periodo il nostro clan era un clan egemone. In particolare Cesare Pagano fece pervenire la richiesta a Michelangelo Mazza, non so il modo in cui ciò avvenne, il quale lo riferì intanto a mio fratello Emiliano che si trovava a Napoli e poi venne da me a Rimini a riferirmi tale richiesta. Contemporaneamente anche Cosimo Di Lauro fece pervenire la stessa richiesta a mio cugino Michelangelo Mazza… sia io che mio fratello che mio cugino Michelangelo Mazza ritenemmo per la tipologia di faida in atto di non appoggiare nessuna delle due fazioni in campo di fatto io, inizialmente, avrei voluto parteggiare per i Di Lauro in quanto tra Paolo Di Lauro e mio zio Giuseppe Missi vi è sempre stato un patto di ferro».
Il ruolo di Pagano, dunque, è molto delicato e investe non solo il lato militare dell’organizzazione, ma anche quello commerciale. È sempre Giuseppe Misso jr a sottolineare: «Quando già era terminata la faida di Scampia, Cesare Pagano venne messo in contattato con Salvatore Torino da Salvatore Cipolletta, compare di nozze di Nicola Torino. Egli venne alla Sanità diverse volte accompagnato da Salvatore Cipolletta e si recò a casa di Salvatore Torino per accordarsi con quest’ultimo circa la consegna di 20/25 chili di cocaina al mese, accordo per il quale ci fu il nostro beneplacito».
Sullo spessore criminale di Pagano, interviene anche il collaboratore di giustizia Andrea Parolisi, che nell’interrogatorio del 24 gennaio 2007 conferma i rapporti esistenti tra il clan degli “spagnoli” e i Lo Russo di Miano: «Ho appreso da Cesare Pagano che “i capitoni so’ frat a noi” e che, dopo il dicembre 2006, gli accordi hanno previsto che gli scissionisti, dopo aver fatto arrivare la droga dalla Spagna – settore nel quale sono i numeri uno – ed aver rifornito le proprie piazze, tutto il resto dell’enorme quantitativo lo vendano ai capitoni i quali se la vedono da soli per il rifornimento delle loro piazze e per la vendita ai vari clienti, clienti che prima erano degli scissionisti. Per darle un’idea dell’enorme guadagno derivante dal commercio di tutta questa droga posso portare ad esempio che alla fine della cosiddetta stagione 2006 (dopo l’estate 2006) mi venne regalata una quota di 30.000 euro da Cesare Pagano il quale faceva le divisioni dei soldi, contenuti in 2-3 grandi buste di carta riciclata, proprio davanti a me. Parlando inoltre con gli altri ragazzi abbiamo fatto un calcolo che solo “per i guaglioni” la stagione 2006 aveva consentito di ripartire 200/300.000 euro».
venerdì 1 gennaio 2010
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