E' risaputo che le donne abbiano un ruolo importante nella camorra, napoletana. Lo dimostrano le decine di arresti che vengono eseguiti da polizia e carabinieri ogni volta che ci sono dei blitz contro i clan. Il ruolo di queste donne boss e' cresciuto con il passare degli anni e nasce dalla necessita' di coprire il posto lasciato vacante dai mariti finiti (o, talvolta dalle sorelle) in carcere.
Il lungo elenco delle donne della camorra, si apre con Rosetta Cutolo, sorella del fondatore della Nco, don Raffaele, uno dei capicamorra piu' sanguinari degli anni Settanta e Ottanta. Latitante per una quindicina di anni, lady camorra decise di costituirsi nel '93. Sei anni in cella per associazione mafiosa e poi la liberta'. 'Occhi di ghiaccio', come viene definita, e' stata negli anni di sangue della Nco, la consigliera fidata del fratello, l'amministratrice e la 'mente' della cosca, finita nell'83, con la maxiretata ordinata dalla Procura di Napoli: oltre 650 arresti.
Donna Rosetta e' stata imputata in almeno una mezza dozzina di processi per camorra e omicidio. Nonostante la difesa del fratello, che dalle aule dei vari tribunali in cui veniva condotto per i processi a suo carico, professava l'innocenza di Rosetta ('mia sorella non e' una camorrista: lei fa la contadina'), la boss ha collezionato processi e condanne.
C'e' un'altra Rosetta nella storia lugubre della camorra campana: Rosa Petrosino, detta Rosetta, arrestata l'11 aprile di quest'anno a Casandrino, nel napoletano. Lei, la presunta capoclan, moglie del boss Vincenzo Marrazzo, sfuggita a un blitz ordinato dai Pm della Direzione distrettuale antimafia, fu arrestata a casa del padre.
Tradita dai suoi 'buoni sentimenti', Rosetta cadde nella trappola degli inquirenti che speravano si recasse dai familiari, nonostante la sua latitanza, per trascorrere in loro compagnia, la Sant Pasqua. All'arrivo della polizia giudiziaria, tento' la disperata fuga…sotto il letto paterno. Ma fu scovata e arrestata.
E' uscita di scena (o, almeno cosi sembra), un'altra lady camorra: Carmela Marzano, moglie dell'ex boss di Forcella, Luigi Giuliano, pentitosi negli scorsi anni e determinando la fine della potente banda di camorra, protagonista a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, della faida tra la Nco cutoliana e il cartello di clan, denominato 'Nuova famiglia'.
Un'altra donna di rispetto e' Maria Licciardi, 58 anni, sorella e capoclan, di Gennaro, detto 'a scigna' (la scimmia), morto di malattia agli inizi degli anni Novanta. La cosca, attiva a Miano e facente parte per anni del 'cartello' denominato 'Alleanza di Secondigliano' (con i Licciardi anche Eduardo Romano e il clan Mallardo), dopo la morte di Gennaro, fu capeggiata dalla stessa Maria e dai fratelli Pietro e Vincenzo.
Donna Maria fu arrestata il 14 giugno 2001, mentre si trovava in auto a Melito, con una coppia. Era ricercata da due anni per associazione mafiosa. Dopo gli arresti dei fratelli e del marito, Antonio Teghemie, era restata da sola al comando del clan.
Teresa De Luca Bossa, 58 anni, e' ritenuta dagli inquirenti della Dda, il capo dell'omonimo clan, fondato dal figlio, Antonio De Luca Bossa, ras di Ponticelli, quartiere periferico di Napoli. A Casalnuovo, centro alle porte di Napoli, comanda la vedova di camorra, Anna Mosti, arrestata un paio di anni fa per associazione mafiosa. Avrebbe ereditato il clan capeggiato dal marito, Vittorio Gallucci, ucciso in un agguato nel '97.
(tratto da www.libero-news.it)
martedì 3 novembre 2009
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