Trentacinque ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite sulle quaranta richieste e beni sequestrati per 20 milioni di euro tra conti correnti, beni mobili, immobili e società. Sono i numeri dell'operazione "Tutti al cinema pezzotto" che ha assestato un duro colpo al clan camorristico Mazzarella, tra i più attivi nel mercato della contraffazione audiovisiva. L'operazione, coordinata dalla Dda di Napoli, e condotta dalla Guardia di Finanza di Roma e Napoli in collaborazione con il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, ha visto l'impiego di 650 finanzieri, 190 automezzi, di un elicottero e di unità cinofile.
Centoventicinque le perquisizioni domiciliari eseguite tra Napoli e provincia. Il clan - hanno sottolineato gli inquirenti - gestiva una fetta importante del mercato della contraffazione audiovisiva, con introiti milionari che venivano reivestiti nel traffico di droga, nell'acquisto di armi e in altre attività finanziarie. Le indagini avviate nel 2006 in una prima fase avevano già consentito di colpire 10 gruppi criminosi e di sequestrare 32 centrali di duplicazione clandestina, con 2300 masterizzatori, un milione di cd e dvd illegali e tre milioni di locandine. Sebbene le centrali fossero sul territorio campano il traffico era destinato al litorale laziale, come ha spiegato il comandante provinciale della GdF di Roma, Andrea De Gennaro. "Dietro la commercializzazione di cd e dvd falsi c'era la camorra - ha spiegato il procuratore di Napoli Lepore - e in particolare il clan Mazzarella, che ha proseguito nella sua attività nonostante l'arresto (nel 2006, ndr) del capoclan Gennaro".
A prendere le redini del gruppo ci hanno pensato infatti le donne della famiglia, le mogli dei figli del capoclan Francesco e Ciro, attualmente detenuti in regime di carcere duro: Anna Cirelli e Stefania Prota. I reati contestati agli arrestati vanno dall'associazione per delinquere all'estorsione. Fra i beni sequestrati anche il 'parco macchine' del clan: oltre 150 veicoli intestati a prestanome, spesso 'nullatenenti'. 'Sembra di essere ritornati ai tempi del contrabbando'', ha aggiunto Lepore. "Quella della contraffazione è una realtà - ha commentato il pm di Napoli, Alessandro Pennasilico - che consente alla camorra di costruire patrimoni immensi, se si pensa che i dvd pirata, costati appena 40 centesimi, vengono smerciati sui marciapiedi a un prezzo tra i 5 e i 7 euro". Anche le locandine dei dvd e cd contraffatti avevano una sorta di 'bollino della camorra'', che consentiva di distinguerle. Gennaro Mazzarella aveva fatto addirittura produrre in Cina i supporti vergini con le proprie iniziali.
"La camorra sceglie gli affari migliori, che comportano meno rischi e maggiori rese" ha spiegato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, generale Giovanni Mainolfi. "Le indagini patrimoniali - ha detto - ci hanno permesso di risalire a membri del clan come Ciro Mazzarella, individuato a Santo Domingo seguendo le rimesse in denaro della madre". Nel corso delle indagini è emerso anche il ruolo di vertice di Annunziata Imparato, detta 'Pit bull'', che aveva assunto la reggenza del clan e il controllo degli affari. Ma le attività illecite del clan Mazzarella non si limitavano alla pirateria audiovisiva estendosi anche al controllo del mercato ittico di piazza Mercato a Napoli. Le pescherie della zona, infatti, erano obbligate ad acquistare da una autobotte gestita dal sodalizio l'acqua di mare necessaria per la conservazione dei prodotti ittici. L'accordo tra i clan, inoltre, prevedeva la suddivisione della merce con pescherie e ristoranti obbligati a rifornirsi delle paranze della camorra.
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