Gli ultimi fronti di guerra, nella zona dei Quartieri Spagnoli, sono stati prontamente neutralizzati dalle indagini della Squadra mobile di Napoli, diretta da Vittorio Pisani, che hanno portato all’identificazione e all’arresto dei protagonisti di una nuova e sanguinosa faida che sarebbe altrimenti esplosa, con maggiore violenza.
Da una parte Marco Mariano, fratello del boss Ciro, tornato in libertà e dall’altra un neonato cartello criminale, formato dai killer delle famiglie Ricci-Forte-D’Amico, che si fronteggiano per conquistare quel che resta del potere camorrista nei vicoli a ridosso di via Toledo.
È una contrapposizione armata che, sin dalla primavera scorsa, preoccupa gli inquirenti. Dagli avvertimenti con sventagliate di mitra contro le abitazioni dei nemici agli agguati il passo è breve: una catena di ferimenti alza il livello dello scontro tra le due fazioni, che decidono di sfidarsi apertamente, tra la folla. Il punto più cruento della faida si verifica il 26 maggio, quando - nel corso di un agguato nei vicoli della Pignasecca - muore per errore Petru Birladeanu, musicista romeno di 33 anni che si esibisce con la fisarmonica all’ingresso della stazione della Cumana di Montesanto. L’obiettivo dei sicari, secondo qualcuno, è proprio Marco Mariano, ma una pallottola vagante colpisce l’innocente Petru, la cui agonia viene registrate dalle telecamere a circuito chiuso della stazione e finisce nei notiziari e nei telegiornali di tutto il mondo, come testimonianza dell’indifferenza dei napoletani nei confronti della morte.
Per quest’agguato, finiscono in galera Marco Ricci, figlio del capoclan Enrico, già condannato a tredici anni di carcere al termine del processo nato dalle dichiarazioni della pentita Cerasella, e i cugini Salvatore e Maurizio Forte, catturati in Spagna. Secondo le informative delle forze dell’ordine, Marco Ricci sarebbe stato il referente imposto dai Sarno nell’ex feudo dei Mariano per la scalata al vertice.
Vertice a cui, più recentemente, avrebbe cercato di avvicinarsi anche quel che resta della famiglia Prinno, ex alleata dei Picuozzi e componente del direttivo degli “scissionisti” di Cardillo e Ranieri. Gli arresti degli ultimi personaggi di rilievo ancora in libertà hanno troncato le mire espansionistiche del sodalizio, che resta confinato nella zona di Rua Catalana, del porto e di Monte di Dio, dove gestisce le attività illecite.
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