Nessun inquinamento radioattivo per ora nel mare antistante Cetraro (Cosenza). Dalle prime analisi ambientali «è emerso che fino alla profondità di 300 metri non si rilevano alterazioni della radioattività», ha detto il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in merito al relitto trovato a largo del paesino calabrese, battezzato la "nave dei veleni", a seguito delle rivelazioni di un pentito di 'ndrangheta.
PRIME RICERCHE - «Naturalmente - precisa il ministro - questi primi esiti delle ricerche non escludono la possibilità che i fusti contenuti nel relitto possano contenere rifiuti pericolosi o radioattivi e per questo il programma di indagini della «Mare Oceano» proseguirà col prelievo di sedimenti dai fondali, di carotaggi in profondità e col prelievo di campioni dai fusti». «L'accertamento che il relitto in fondo al mare non sia il Cunski e il mancato rilevamento di radioattività fino a 300 metri, che, ribadisco, non esclude la possibilità che si tratti in ogni caso di una "nave dei veleni" - prosegue il ministro - deve indurre alla prudenza ed alla responsabilità quanti fino ad ora hanno procurato, senza avere riscontri attendibili, paura e allarme sociale, con gravissime ripercussioni economiche per la Calabria. L'impegno del governo nella lotta alle ecomafie continua affinchè sia fatta piena luce sui misteri delle navi a perdere, venga appurata la verità e ogni eventuale responsabilità».
DIVERSA MORFOLOGIA - La morfologia del relitto, rileva quindi il ministro dell'Ambiente risulta diversa da quella della Cunski. «In particolare è stato rilevato che il cassero della nave affondata si trova nella zona centrale mentre quello della Cunski era a poppa», ha riferito il ministro. «Tutte queste operazioni - sottolinea la Prestigiacomo - continueranno in coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e il Reparto Ambientale Marino della Guardia Costiera a disposizione di questo ministero al comando del Capitano di Vascello Federico Crescenzi al quale rivolgo uno speciale plauso».
(Tratto da www.corriere.it)
martedì 27 ottobre 2009
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