martedì 6 ottobre 2009

La biografia criminale di Francesco Schiavone "Sandokan"


Il primo arresto di Francesco Schiavone in qualità di “persona vicina al gruppo Bardellino” risale al 1983, quando Sandokan, il cugino Carmine Schiavone e altre tre persone furono sorpresi durante un summit: era lo stesso anno in cui il tribunale di Napoli firmò la prima sentenza contro gli esponenti della Nuova famiglia, tra i quali spicca il padrino Antonio Bardellino, legato alla famiglia di Cosa nostra facente capo al gruppo dei cosiddetti scappati (Badalamenti, Bontade e Inzerillo), all’epoca ancora vincenti e in conflitto con i Corleonesi di Totò Riina. Risale, invece, all’aprile del 1986 la prima sentenza contro il clan Bardellino: anche Schiavone fu condannato per il reato associativo.
Attorno al gruppo di Bardellino, iniziarono a muoversi anche altri clan influenti nella zona di Mondragone e di Sessa Aurunca, certi dei benefici che avrebbero ricevuto alleandosi con uno dei personaggi più forti della Nuova famiglia di Carmine Alfieri.
“Antonio Bardellino, uno degli uomini più fidati di Lorenzo Nuvoletta – scrivono i giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – rappresentava, con lo stesso Nuvoletta e con Michele Zaza, la costola campana dell’organizzazione mafiosa denominata Cosa nostra”, così come emerge nel maxi-processo celebrato a Palermo e conclusosi in primogrado il 16 dicembre 1987.
Racconta Tommaso Buscetta, interrogato dal giudice istruttore Giovanni Falcone il 23 luglio 1984: “Anche nella Campania vi sono famiglie mafiose, trattasi di tre famiglie che fanno capo rispettivamente a Michele Zaza di Napoli, Antonio Bardellino ed ai fratelli Nuvoletta di Marano… ad eccezione delle famiglie di Napoli che rientrano nella giurisdizione della Commissione di Palermo, ogni provincia è autonoma, anche se le decisioni adottate dalla commissione di Palermo sono indicatrici di una linea di tendenza, adottata dalle altre commissioni…”. “I Nuvoletta – prosegue Buscetta – sono diventati famosi in virtù dei loro vincoli di amicizia con i Corleonesi e prima di tutto con Luciano Leggio. Bardellino invece ignoro sulla base di quali rapporti e interessi sia entrato a far parte della mafia… E’ possibile che ciò sia avvenuto per creare un argine a Raffaele Cutolo, notoriamente avverso alla mafia siciliana”.
(3-continua)

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