giovedì 22 ottobre 2009

La biografia criminale di Francesco Schiavone "Sandokan"


Agli inizi del 1990 la procura casertana inizia anche ad indagare sulla penetrazione dell’oramai boss Schiavone nella politica locale. Indagini che partono dalla presenza nella giunta comunale di Casal di Principe di parenti di Sandokan. Fu allora che Vincenzo De Falco, le cui mire espansionistiche sono state messe in evidenza da più di un collaboratore di giustizia, tentò di sganciarsi dai vecchi alleati e correre da solo alla conquista del posto di capo.
De Falco intensificò i rapporti con i politici locali, con il chiaro obiettivo di mettere le mani sugli appalti pubblici. Non ebbe fortuna. Dopo essere scampato ad un agguato organizzato contro di lui nel dicembre del 1990 (sventato grazie all’intervento dei carabinieri), De Falco trovò la morte per mano degli ex alleati il 2 febbraio del 1991 (era stato arrestato nel giugno precedente e successivamente trasferito nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, dove resta fino al 6 novembre successivo, quando sarà scarcerato) a Casal di Principe. A distanza di un mese arrivò la riposta degli uomini rimasti fedeli a De Falco: il 6 marzo Mario Iovine fu ucciso a Cascais, in Portogallo. Fu allora che si consolidò l’alleanza Schiavone-Bidognetti. Fu quello l’inizio di un nuovo corso del clan dei Casalesi, sebbene il gruppo di affiliati rimasti legati a De Falco (capeggiati dal fratello di Vincenzo De Falco, Nunzio) tentarono di frenare l’avanzata del nuovo sodalizio. Un tentativo che passò per numerosi delitti, ma che non ebbe gli esiti sperati. La nuova faida provocò una ventina di omicidi e si lasciò alla spalle due vittime innocenti colpite per errore durante le sparatorie: un ragazzo di soli dodici anni (durante un agguato in un salottificio nell’aprile del ‘91) ed il barista di un locale di Castelvolturno (nel giugno dello stesso anno). Con un’inchiesta datata ottobre 1991, l’Antimafia fece luce sui retroscena della mattanza, ottenendo l’arresto dei vertici del gruppo De Falco e degli esponenti di maggior rilievo dell’organizzazione. Solo qualche giorno prima la Criminalpol di Napoli aveva identificato e fermato in terra iberica il presunto omicida di Mario Iovine, un trentenne di origini spagnole. Il mandante, secondo quanto fu appurato dalle indagini, fu Nunzio De Falco: un’operazione eclatante, per vendicare la morte del fratello. De Falco infatti fece affidamento su un gruppo di narcotrafficanti della Costa del Sol noti con il nome di “Gabi”: Iovine fu sorpreso da una pioggia di piombo mentre si trovava in una cabina telefonica: due colpi di 38 special, uno allo stomaco, l’altro fra gli occhi. Ma la faida non si placò, e nel Casertano si continuò a sparare. Nel marzo del 1992 fu assassinato Giuseppe De Falco, noto come Barbacane, fratello di Vincenzo e Nunzio e ritenuto un esponente di spicco del gruppo rimasto fedele ai mazzoni. Venti giorni dopo, in un agguato morì il titolare di un salottificio ritenuto un fiancheggiatore dei clan Schiavone e Bidognetti. Nel luglio del 1992 fu uccisa una donna, vittima di una vendetta trasversale. Colpevole di avere intrecciato una relazione sentimentale con un esponente del clan Venosa, attivo a San Cipriano d’Aversa e rivale del sodalizio capeggiato da Francesco Schiavone.
Due settimane dopo fu arrestato il boss dell’omonimo sodalizio, Luigi Venosa, già scampato ad una serie di agguati organizzati contro di lui dal gruppo Schiavone-Bidognetti. La faida culminò nel triplice omicidio del 7 agosto del ‘92: in una officina a Villa Literno furono assassinati il titolare, un suo dipendente ed un cliente. Il giorno dopo furono arrestati tre fratelli Venosa e un affiliato al clan con l’accusa di avere preso parte all’esecuzione. Nel 1994 Francesco Schia-vone è per tutti il padrino indiscusso dei Casalesi, un titolo che nessuno gli porterà più via. La sua scalata è inarrestabile, favorita peraltro dall’arresto di Bidognetti, sul finire del 1993, proprio poco dopo la scarcerazione di Schiavone. Quest’ultimo infatti riconquistò la libertà l’11 ottobre del 1993 (era finito nuovamente in prigione il 14 aprile del 1992). E in carcere Sandokan non ci tornerà prima del 1998, la data del suo ultimo e definitivo arresto (Schiavone violò subito le prescrizioni della sorveglianza e sfuggì all’operazione battezzata Spartacus).
(Tratto da "Attacco allo Stato", ForumItalia edizioni) - continua

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