Lo scandalo dei programmi di spionaggio telefonico tramite sms arriva sul tavolo del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che controlla l’attività dei servizi segreti militari e civili italiani.
Nella relazione annuale inviata qualche giorno fa alle Camere, è stato dedicato all’argomento un intero capitolo, nel quale si analizzano i rischi connessi alla possibilità «di effettuare vere e proprie intercettazioni sulle reti commerciali della telefonia mobile, attraverso un sistema di interferenze legato ai sistemi operativi che sono a disposizione delle diverse compagnie produttrici per la commercializzazione dei telefoni cellulari».
Il meccanismo per poter effettuare intercettazioni abusive è molto semplice e anche pericolosamente accessibile al pubblico: si acquista, in un qualsiasi negozio di telefonia, o tramite appositi siti Internet, uno spy software («Esistono in commercio programmi diversi i cui costi variano in base alle funzionalità offerte: si va dai più semplici che trasmettono via sms un avviso di cambio della sim e possono essere utili in caso di furto del cellulare, a quelli che permettono di avere il completo controllo del cellulare bersaglio, consentendo anche l’ascolto in diretta e la registrazione delle telefonate, nonché l’utilizzo dello stesso cellulare come microfono e telecamera ambientale anche a cellulare spento») e lo si installa sul cellulare da controllare, direttamente o a distanza. In quest’ultimo caso – il più frequente – lo spy software viene inviato tramite mms o bluetooth, «presentandolo come un gioco, una foto o un brano audio o anche come un aggiornamento software del cellulare stesso, di cui deve comunque essere accettata e avviata manualmente l’installazione».
La consapevolezza (o meno) da parte del proprietario del cellulare bersaglio di essere a conoscenza del contenuto del messaggio ricevuto e del mittente è fondamentale per la buona riuscita dell’attività di spionaggio. Non sono stati, infatti, trovati in commercio software-spia in grado di installarsi manualmente; dunque, la prevenzione – anche in questo caso – è fondamentale per annullare del tutto, o quasi, il rischio di essere spiati dal proprio cellulare.
A questo punto, il controllo è distanza è cosa fatta, grazie all’invio di sms che contengono i codici di richiesta informazioni («rubrica telefonica, lista delle telefonate, copia degli sms, posizione del dispositivo… ascolto delle telefonate in diretta, accensione del microfono e della telecamera») e lo spionaggio può avere inizio.
Soltanto in alcuni casi è stata accertata la possibilità – attraverso un file manager esterno – di rintracciare nella memoria del cellulare i files di installazione del programma-spia; il più delle volte, scrivono i relatori del Copasir «questo rimane generalmente invisibile a una normale ricerca dei programmi installati».
Sui software-spia stanno indagando la magistratura, il ministero dell’Interno e l’Autorità garante per la privacy.
(pubblicato su Terra)
lunedì 10 agosto 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento