venerdì 2 aprile 2010

Il contrabbandiere di "bionde"

Il nome di Pietro Virgilio compare in molte informative delle forze dell'ordine sul clan del boss Paolo Di Lauro, nelle quali viene descritto come il plenipotenziario del padrino per la gestione del contrabbando internazionale di sigarette (anche se Virgilio non è mai stato condannato per associazione camorristica) sulle rotte balcaniche e in buoni rapporti anche con i “broker” svizzeri.
Proprio nella confederazione elvetica, l'uomo – arrestato l'ultima volta nel dicembre 1992, in via Costantinopoli, mentre controllava un'operazione di scarico di sigarette – avrebbe trascorso gran parte della sua latitanza, protetto da guardaspalle e insospettabili “vivandieri”, uno dei quali, Antonio Andolfi, venne catturato dalla guardia di finanza partenopea nel maggio di cinque anni fa.
In particolare, secondo le accuse, Virgilio avrebbe gestito il ricco comparto del tabacco fuorilegge per conto di Ciruzzo 'o milionario, inondando di casse di “bionde” il litorale pugliese e trasferendole successivamente in Campania, dove sarebbero state smerciate dal figlio di Paolo Di Lauro, Vincenzo.
Insieme a Virgilio, avrebbe operato un altro nome storico della malavita dell'area nord di Napoli, Rocco Cafiero, detto “'o caprariello”, ritenuto vicino ai Nuvoletta di Marano. Erano loro a organizzare, dal Montenegro, il colossale traffico di sigarette verso le coste italiane, grazie agli accordi di collaborazione commerciale allacciati con la Sacra Corona Unita. Un business milionario, che solo nel 2004 venne stroncato da una maxi-inchiesta con oltre cento indagati da parte della Direzione distrettuale antimafia di Bari. All'appello, da dieci anni, mancava solo lui: il manager del contrabbando.
(Pubblicato sul quotidiano "Il Roma")

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