martedì 3 marzo 2009

La scomparsa di Antonio Bardellino


SCHEDA

Protagonista: Antonio Bardellino
Data: 26 maggio 1988
Luogo: Bujos (Brasile)
Dinamica: I pentiti casalesi raccontano che è stato ucciso
a martellate, ma il suo corpo non è mai stato
ritrovato

ARTICOLO

Quello del boss Antonio Bardellino è il più clamoroso caso di «lupara bianca» della camorra campana. Ufficialmente, il padrino di San Cipriano d’Aversa è morto nell’ultima settimana di maggio del 1988, ammazzato da Mario Iovine, suo ex uomo di fiducia, e sepolto in qualche sperduto angolo della costa brasiliana. Il suo corpo, però, non è mai stato ritrovato, malgrado gli enormi sforzi degli investigatori. E c’è stato addirittura chi – come il pentito di Cosa nostra, Tommaso Buscetta, e l’ex capo del Sismi, il generale Cesare Pucci – abbia messo in dubbio la ricostruzione stessa dell’omicidio, fino a immaginare una diversa conclusione del «giallo» legato a Bardellino. Il futuro capo del clan dei Casalesi riceve il primo mandato di cattura per associazione di stampo mafioso nel 1978, ma riesce a darsi alla macchia. Viene arrestato, la prima volta, il 2 novembre del 1983, quando – ormai – la magistratura lo ha già indagato per traffico internazionale di stupefacenti, estorsione e strage. Gli agenti della Criminalpol e della polizia spagnola lo bloccano in un bar, a Barcellona, dove era giunto da pochi giorni, proveniente dalla Francia, su indicazione di un poliziotto corrotto. Era braccato, il padrino, nei 134 Paesi aderenti all’organizzazione internazionale di polizia criminale. Soltanto quella «soffiata» gli aveva permesso di rimanere in libertà qualche altro giorno ancora. Il giorno dopo, tra l’incredulità dei magistrati e degli uomini delle forze dell’ordine italiani, viene rilasciato dal tribunale dietro il pagamento di una cauzione da 50 milioni di lire. Ed è a questo punto che la storia inizia ad assumere i contorni del mistero. Subito dopo la scarcerazione, infatti, il padrino si rifugia in Brasile, dove incontra Tommaso Buscetta e Tano Badalementi, i due vecchi capi-mafia palermitani costretti alla latitanza dall’offensiva militare dei corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Successivamente, si sposta verso Santo Domingo, dove – con tutta probabilità – incontra qualche camorrista di Caserta che lo informa del tradimento ordito dai suoi ex «colonnelli»: Mario Iovine, Enzo De Falco, Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti. Il 20 maggio del 1988, Bardellino parte di nuovo per il Brasile, credendo – erroneamente – di essere finito nel mirino dell’Interpol. Il 24 maggio, il boss chiama al telefono la sua convivente, Rita, conosciuta in un negozio di Fuorigrotta, da cui ha avuto tre figli: la rassicura e le dice che proverà di nuovo a contattarla due giorni dopo, il 26 maggio.
Quella telefonata, però, non arriverà mai. Antonio Bardellino scompare nel nulla, inghiottito in un buco nero a migliaia di chilometri di distanza dalla sua terra d’origine. Ciò che accade in quei giorni, sono i collaboratori di giustizia a raccontarlo: «Antonio Bardellino fu ucciso con tre mazzolate sulla testa, il cadavere venne seppellito in una buca scavata nella spiaggia di Bujos, in Brasile, e l’assassino, che agì da solo, fu il boss – un tempo suo amico – Mario Iovine. C’erano forti contrasti tra Mario Iovine e Bardellino, poi ci fu una telefonata “chiarificatrice” con la quale il boss di San Cipriano d’Aversa invitava Iovine in Brasile. Pur temendo di cadere in trappola, Iovine si recò in Brasile, facendosi accompagnare in taxi fino alla villa di Bardellino, a Bujos. All’esterno della propria villetta, Iovine vide l’auto di Bardellino, una Oldsmobile di colore verde che ben conosceva. Ebbe, allora, la certezza che Bardellino voleva tendergli una trappola. Si fece accompagnare dal tassista a una distanza di tre chilometri e, sul litorale, scavò una fossa. Poi, tornò nei pressi della villa, entrò per prendere la propria pistola calibro 38 ma non la trovò. Pensò che l’arma gli era stata rubata durante l’assenza dallo stesso Bardellino. Si armò allora di una mazza ed attese il rientro del rivale. Iovine tramortì Bardellino con un forte colpo alla nuca e lo finì con altre due mazzolate, sfracellandogli il cranio. Poi riprese la propria pistola, che trovò addosso al cadavere di Bardellino, avvolse il corpo in un tappeto, prese i documenti e lo depose nel baule dell’auto di Bardellino. Andò a seppellire il cadavere nella buca. Intanto, a Casal di Principe gli uomini di Bardellino erano in attesa della telefonata con la quale il boss avrebbe dovuto comunicare la morte di Iovine. Arrivò, invece, a Francesco Schiavone e a Vincenzo De Falco la telefonata di Iovine che disse di aver ammazzato il rivale e che bisognava far fuori tutti i parenti e gli amici di Bardellino. Rappresaglia che partì immediatamente e che culminò nell’eliminazione di Paride Salzillo, “figlioccio” di Bardellino».
(Pubblicato sul quotidiano Il Roma)

19 commenti:

  1. per me bordellino un mito

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  2. dite all'anonimo sostenitore di venire a Formia
    se già non ci è stato

    grazie al "mito" ci è saltata in aria una discoteca, due morti e 40 feriti che col "mito" non c'entravano un c...avolo fossero stati scagnozzi suoi........pure pure

    casomai BORSELLINO è un mito

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  3. Caro formiano ti devo dare torto perche' Antonio BARDELLINO e' e rimarra' sempre il piu' grande di tutti e con lui tutti i suoi parenti Ernesto,Calisto,Angelo e Gustavo....

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  4. se il governo farebbe rispettare le leggi che emana e non farebbero COMUNELLA con questi LESTOFANTI le cose filerebbero meglio altro che MITO.Questi sono delle autentiche SANGUISUGHE.

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  5. anzicchè di taglieggiare la brava gente questi perchè non vanno a lavorare.

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  6. sono solo pedine del gioco loro

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  7. io sono di san cipriano ..e posso solo dire che la morte di antonio bardellino ..a colpito gran parte del paese...perche era un uomo anzi un super uomo...diceva antonio bardellino che per conoscere bene una persona ...bisognava mangiarsi una botte di sale insieme....figuratevi che fiducia poteva avere delle persone...ma da mario iovine quella morte non se l'aspettava...

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  8. come mai se sanno che iovine e andato a tre chilometri a scavare il fosso? chi gliela detto e come mai quello che gliela detto perche non li ha accompagliati sul posto?dove come dice la favola secondo me? e una grande stronzata come si puo immagginare una favola cosi ma chi e stato a raccondare queste cose chi e quel pentito che sa tutte queste cose e non sa il posto dove trovare Bardellino?

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  9. ragazzi sono il formiano di prima......
    sicuramente è stato una figura criminale diversa dalle altre......credeva nel rispetto delle regole......ok.....ma sempre un trafficante di droga era.....!
    preferisco magari la vecchia mafia come la sua che nn trasporta e sotterra i tossici ok....ma sempre mafia è......
    e poi raga io quelle zone nn le conoscerò ma pure da noi è risaputo quanto conti stare vicino alla propria gente del paese.....fare i latitanti li....nei paesi.....
    e poi bardellino aveva una grande impunità....
    scagionato in spagna assolto da carnvale in italia.....stavano troppo protetti coi politici..... in provincia di latina è la stessa cosa.....quante volte avete sentito di arresti nei confronti di sta famiglia?
    a latina gli condannano a 4 - 5 anni e poi all'appello a roma gli dimezzano la pena...
    ma a chi la volete raccontare......?
    è normale che la gente che porta il tuo nome e per te uccide quando vede che tu stai all'estero latitante e loro in gabbia inseguiti da carabinieri.....è normale che vieni tolto di mezzo......
    è brutto ma è cosi

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  10. ma come si fa a parlare così di un assassino,perchè altro non è,che ha ammazzato decine di persone e ha succhiato il sangue alla gente onesta e ha gettato discredito sulla propria regione(la Campania),che è anche la mia, e sulla propria nazione(l'Italia).Mi sembra di sentire quei poveri giovani di Casal di Principe che inneggiano alla camorra e inveiscono contro lo stato,la polizia e Robero Saviano.Almeno a Palermo i giovani,alla cattura di Raccuglia,n.2 della mafia,hanno applaudito la polizia.Questi giovani palermitani sì che sono uomini d'onore non Bardellino o quei poveri giovani di Casale.Come ha detto un pentito del Clan dei Casalesi,che ha capito quello che aveva fatto dopo aver abbandonato la vecchia strada:"i Camorristi/mafiosi/ndranghetisti sono fondamentalmente dei vigliacchi che solo con la violenza riescono ad imporre il loro dominio".E questi sarebbero uomini?Per me i soli uomini veri sono le persone oneste che hanno un codice morale e rispettano tutti.Questi non hanno rispetto di nessuno,non sanno dire quattro parole,non saprebbero convincere nessuno ,sanno solo usare la violenza.Hanno avvelenato una regione,la Campania,che era chiamata dai Romani "Campania felix"con i rifiuti tossici facendo morire la popolazione di tumore,come ha fatto la ndrangheta nel mare di Calabria affondando le navi.Chi li esalta è solo un poveretto che parla di dis-valori come di valori.Mi fanno tanta pietà.Povera Italia!!Spero che si ravvedano.Prendete esempio dai giovani Siciliani ,che hanno il coraggio di reagire e ribellarsi.Non subite ,inermi,la violenza di questi assassini e non fatene dei miti.Disprezzateli ed insegnate ai vostri figli i veri valori non i disvalori.Quei giovani di Casal di Principe hanno solo gettato fango sul loro comune e sulla loro regione.Cosa credono di essere dei coraggiosi?In realtà sono solo vigliacchi che meritano pietà,in primo luogo,e poi disprezzo,se non si pentono di quello che hanno fatto e modificano il loro modo di pensare.
    Un fiero cittadino della Campania degli Onesti

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  11. cari lettori....non è detto che le pecore dello stesso gregge debbano zoppicare tutte......io conosco componenti della famiglia bardellino che sono onesti lavoratori senza grilli x la testa(tranne quelli che abitano a formia a via unità d'italia...),solo che x il cognome che hanno....molte persone li giudicano a priori....e le tengono lontani da loro......x quanto riguarda il boss antonio bardellino....era un galantuomo ma purtroppo faceva quel mestier e quindi non lo possiamo considerare un mito.....non è un buon esempio x i nostri figli.....

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  12. Formiano a l´estero;sono emigrante grazzie allo (schifo che si e creato nella perla del tirreno) attenzione! sono emigrato perche non sono sceso a conpromessi di nessun genere con le istituzzioni a l epoca reggenti.ho investito il mio denaro al trove per non dare le famose bustarelle l´ Italia e un grande paese ma e un vero peccato che si vive una vita di corruzione totale.Da piccolo volevo fare il carabiniere,ma i miei parenti furono contrari,erono convinti che se lo avessi fatto mi avrebbero ammazato,(conoscendomi bene)quindi per favore non facciamo eloggi al marccio non e bello dire eroe a persone di dubbia moralita;eroe e colui che muore per la giustzzia e non per le ingiustizzie.Ora mi trovo in terra straniera ho esportato il mio essere mi sono affermato con onore,fatica e onesta e sono fiero di rapresentare l´Italia vera al paese che mi ospita;e quando mi dicono ITALIANO=MAFIA vi giuro mi viene una rabbia interna, ma no con loro che pronuciano questa frase ma con i veri mafiosi sono la vergogna di una intera nazzione una nazzione ricca di poeti navigatori scrittori culla della civilta moderna, e per colpa di 4 merdaioli mafiosi ci devono buttare il fango a dosso,ai miei figli li sto crescendo con la devozzione alla madre patria, queste cose le puo capire solo chi vive a l estero perche i veri ITALIANI che soffro per L`ITALIA non sono a casa loro viva l´Italia onesta abbasso L´Italia disonesta. firmato (emigrante incazzato)

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  13. Personaggi come Bardellino e i suoi successori,Schiavone, Bidognetti ecc...., ci fanno solo vergognare della nostra bella regione.
    Un casertano onesto,che si sente offeso da questi criminali,sfruttatori del popolo, e disgustato dalla illegalità diffusa presente in Campania,conseguenza dell'emulazione di questi criminali,pur consapevole che i veri campani,e ce ne sono, sono quegli onesti , che sono tra i migliori cittadini italiani che ho mai conosciuto.

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  14. Ieri ho visto uno sceneggiato su RAI 1"Il coraggio di Angela",nel quale è stata portata sullo schermo la storia di un'imprenditrice napoletana che si è ribellata alla camorra,denunciando gli estorsori.Questo è il vero napoletano,con quel coraggio civile che sfida i più pericolosi delinquenti .Queste sono storie da raccontare che fanno onore alla nostra terra,non le storie di questi camorristi,vigliacchi nell'animo,che sanno solo esercitare la violenza nei confronti di cittadini inermi.Il vero coraggio dei napoletani è quello civile delle persone oneste ,rispettose della legge,che si ribellano alle prevaricazioni e alle violenze.

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  15. ONORE al Sindaco di Pollica(Salerno)VASSALLO,brutalmente assassinato per aver difeso la legalità in un paese di un SUD,martoriato da una camorra assassina,arrogante e feroce che soffoca la nostra Regione.DISONORE per i suoi assassini e i mandanti,vigliacchi esponenti di una criminalità feroce che solo con la violenza riesce a dominare e imporre il suo potere.Ma come diceva il Giudice Giovanni FALCONE:la mafia è un fenomeno umano e come tutte le cose umane ha una nascita,una vita e una morte.

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  16. Ormai la violenza è diventata endemica in Campania.Una donna è stata uccisa a Napoli per vendetta, perchè aveva denunciato lo stupratore di sua figlia.Però la legge è stata veloce e i presunti colpevoli sono stati presi.Finirà mai questa violenza?Potrà mai la Campania ritornare a essere la "Campania felix" ,come la chiamavano i Romani?

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  17. tutti parlate tutti dite cose senza senso che ne sapete cosa vuol dire rispetto e onore.Per piacere ognuno di voi faccia il proprio mestiere e parli di se stesso e non vi intromettete nelle cose che neanche immagginate.Lasciate stare il nome del grande BOSS DON ANTONIO BARDELLINO che nessuno mai sara paragonabile a lui.Ricordiamelo per sempre per quello che era.

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  18. andate a cagare voi e bardellino

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