domenica 21 febbraio 2010

Il welfare della camorra

La chiamano la «giornata del ricevimento», nei rioni degradati alla periferia nord di Napoli. È l’appuntamento settimanale che i kapò della malavita concedono a vedove di camorra e parenti di affiliati detenuti, alla ricerca di un lavoro come «vedetta» o spacciatore per figli e nipoti.
Un tempo, questi incontri si tenevano nell’ex motel Agip, a Scampia, oggi i «centri per l’impiego» dei clan sono mimetizzati tra gli anonimi appartamenti di edilizia popolare, a Secondigliano. C’è chi chiede la raccomandazione per salire di grado nella scala gerarchica della cosca, e chi invoca l’assistenza legale gratuita e chi, ancora, presenta domanda per l’indennità di disoccupazione (criminale). Sì, perché se gli affari vanno male e non c’è possibilità di vendere la droga per la presenza delle forze dell’ordine o per una guerra in corso, l’affiliazione dà diritto a un bonus di 500 euro al mese. Quest’ultimo fenomeno, emerso nell’inchiesta a carico di Salvatore Di Lauro, erede diciottenne del famigerato boss «Ciruzzo ’o milionario», si è via via esteso fino a diventare parte integrante del gigantesco meccanismo «previdenziale» della camorra, che prevede inoltre il procacciamento e l’allestimento delle abitazioni per «picciotti» e capi-piazza (tra Secondigliano e Scampia si contano almeno 7mila appartamenti occupati abusivamente) e una sorta di «assegno familiare» per gli affiliati sposati, che guadagnano di più rispetto ai single.
Ci sono poi le «colonie estive» dei clan, in Spagna, dove gli uomini di fiducia dei boss vanno gratis in vacanza (molto gettonata è la spiaggia di Playa d’en Bossa, a Ibiza) e gli incentivi che lo «stato maggiore» dell’organizzazione offre, periodicamente, ai più meritevoli. Premi produzione che un camorrista, spiato dalle forze dell’ordine, racconta così a un amico: «Che ne so, all’improvviso si comprano dieci orologi, ti regalano gli orologi… poi ti danno i motorini, all’improvviso diecimila euro di tute e danno le tute e le scarpe a tutti quanti…».
Il vero punto di forza dei clan di Secondigliano è e resta infatti la schiacciante disponibilità economica. In una intercettazione telefonica, agli atti di una inchiesta contro il potente padrino Raffaele Amato, gli investigatori hanno ascoltato un affiliato convincere un giovane a entrare nel giro: «Prendi una bella mesata sistemata, fratè. Poi Pasqua, Natale, d’estate prendiamo il doppio. Ma chi li busca tredicimila euro al mese, a vent’anni, hai capito o no? Che ti devi comprare la casa, ti devi comprare i mobili? Vieni con me... sempre a disposizione... fratello poi ci vogliono bene tutti quanti. Questa è la prima cosa importante, che ti devono volere bene ...».
(Pubblicato su "Panorama, gennaio 2010)

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